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lunedì 3 giugno 2013

Il Guerriero Sannita di Enzo Puchetti. Il monumento ai Caduti di Campobasso fu "smantellato" tra il 1942 ed il 1945, ma per alcuni anni sopravvissero le parti lapidee. Anche di esse si è persa memoria.

Il Quotidiano del Molise
del 02 giugno 2013


di Paolo Giordano

Il Sannita di Enzo Puchetti
La coincidenza tra Corpus Domini e “Festa della Repubblica” (2 giugno 2013) molto probabilmente eviterà che quest’anno si ripeta l’inopportuno spettacolo di bancarelle e stand gastronomici a ridosso del monumento ai caduti in piazza della Vittoria. Sarebbe quanto mai disdicevole se la parata delle autorità (per quanto oltremodo sobria a causa della “concomitanza”), con conseguente deposizione di corone floreali, dovesse scontrasi con l’aspetto prosaico di questi euforici giorni.
L’attuale Opera in ricordo dei Caduti è l’obelisco del ligure Luigi Venturini (anno 1956). Nell’immaginario collettivo, però, specialmente per i meno giovani, il vero Monumento è il guerriero Sannita del campobassano (di padre larinese) Enzo Puchetti. Ai posteri poco o nulla, purtroppo, ne resta: nessun “primo piano”, poche foto tra cui una alquanto particolare di Trombetta (archivi Alinari) “narrante” la fase di costruzione; esiste un suggestivo brevissimo filmato dell’Istituto Luce (visibile su “you tube”) in cui re Vittorio Emanuele viene accolto festante in Campobasso per l’inaugurazione ed infine l’inossidabile nostalgia di coloro che lo videro dominare, dalla fine del Corso, su tutta la zona murattiana.
Foto Chiodini
“Il monumento che nella sua parte principale è formato da due imponenti colonne, rappresentanti le date gloriose 1915-1918, è coronato da due grandi bronzee aquile: l’una volta ad occidente e l’altra ad oriente, che denotano la potenza e l’impero, pronte a spiccare il volo pel mondo, foriere dei magnifici destini d’Italia. Nel centro: un fiero guerriero sannita, simbolo della nostra regione del Molise, già culla dell’indomito popolo sannita che osò fino all’ultimo contendere a Roma la supremazia d’Italia. Ai due lati: fontane dal getto poderoso, ricordano le acque tinte da tanto sangue generoso, dell’Isonzo e del Piave.” Questa è l’entusiastica descrizione dell’arciprete Angelo Tirabasso, riportata nella pubblicazione “Campobasso onora i suoi caduti” (1931).
Il Sannita fu “smantellato fra il 1942 ed il 1945, non sappiamo se riciclato in occasione della raccolta del ferro e dell’oro per la guerra oppure buttato giù e fatto sparire in segno di disprezzo per le opere del regime.” (Napoleone Stelluti – Almanacco del Molise, 1991). Al legittimo dubbio sollevato dallo studioso di Larino aggiungiamo alcuni conseguenti spontanei quesiti: le aquile ne seguirono la sorte? E -soprattutto- quale è stato il destino delle colonne e delle due fontane che erano ancora in loco fino alla realizzazione del nuovo?
Meriterebbe produrre uno studio, dalla genesi alla rimozione, sulle vicende del guerriero di Puchetti, in un certo qual modo sminuito dal Re stesso che “avrebbe brontolato: non vestivano mica così i miei soldati!” (Venanzio Vigliardi – Trent’anni sotto il Monforte, 1982)
Certo non vengono in aiuto né la distruzione nel 1943 di tanto materiale, per lo più cartaceo, né la scarsa facilità (dicitur) di accesso agli archivi comunali. Determinanti, come sempre, saranno eventuali carteggi in possesso di privati!
"fermo immagine" dal filmato
dell' Istituto Luce
In Molise (in Italia?) erano solo due i monumenti raffiguranti un Sannita: quello di Pietrabbondante e quello di Campobasso. Molti manufatti non furono sfiorati dalle esigenze belliche e si salvò anche quello altomolisano, simbolo -fortemente amato- dell’identità di un Popolo. Come mai, invece, il nostro fu fagocitato dalla guerra? Viene da pensare che forse fu proprio la scelta (coraggiosa ed un po’ rivoluzionaria) di un tema così sfrontatamente anti-romano, in un epoca di retorica e fanatismo, a decretare da subito la condanna a morte di quel guerriero loricato con elmo, daga e scudo.
Ma la Storia è bizzarra e sorprendente, sempre pronta a stupirci. Per cui vogliamo credere che, prima o poi, salterà fuori un’informazione, o qualche indizio, determinati per le indagini sul capolavoro scomparso di Enzo Puchetti.


Le due Aquile : "fermo immagine"
 dal filmato dell' Istituto Luce



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